Un nuovo episodio di violenza gratuita ed immotivata ha colpito la regione Puglia. Dopo le brutte vicende del cane Aura e del canile di Matino, veniamo a conoscenza di un gravissimo avvenimento a Taranto. Al quartiere Paolo VI gira da tempo un cane randagio. Un meticcio buono e socievole con tutti tanto da essere definito il cane di quartiere. Nella zona gli abitanti gli danno da mangiare e lo coccolano e lui dispensa il suo amore tra tutti i cittadini di quella zona. Non tutti, però, sapevano apprezzare tutto questo. L’altra sera il cane è stato legato ad un palo, torturato e addirittura accoltellato. Solo per un miracolo è riuscito a scappare ai suoi aguzzini e ad allontanarsi. I guaiti del cane hanno richiamato l’attenzione dei cittadini tanto che uno di essi ha visto tutto e ha urlato facendo scappare i ragazzini autori di questa barbarie.
Un abitante del quartiere l’ha notato e ha chiamato immediatamente l’ENPA che, accompagnata dalla polizia municipale, ha provato ad aiutare questo cane. Il cane, evidentemente sotto shock, appena riuscito a liberarsi è scappato a nascondersi senza lasciarsi aiutare. La fiducia che aveva negli uomini, evidentemente, è andata in fumo a causa di questi piccoli esseri sconsiderati. Rosanna Pisani, la responsabile dell’ENPA della città pugliese, ha parole molto dure per l’accaduto:
«Quel cagnolino non aveva mai fatto male a nessuno. Era tanto buono, non era mai stato aggressivo. Purtroppo non è la prima volta che i cani vengono brutalizzati. Qualche tempo fa dei cuccioli furono legati ai binari della ferrovia. Io stessa ne ho salvato uno. I responsabili vanno individuati e puniti. E io non credo a chi scarica la paternità di quest’episodio a persone che hanno disturbi mentali. Penso che gli autori possano essere altri»